Ez 36,16.22a.29-38; Sl 105 (106); Os 6,1-6; Mt 21,33-46



«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano». (Mt 21, 33)

Dio continua a guardare la sua vigna con amore e se ne preoccupa. Si fida di noi e la affida alle nostre capacità di saper lavorare e produrre. Ma quando ci sentiamo incaricati di un ruolo il più delle volte, invece di mettersi al servizione abusiamo diventando arroganti ed egoisti. Ciascuno di noi può diventare come uno di quei contadini che lapidano prima i messaggeri e poi anche il figlio. In quante delle nostre famiglie, comunità, gruppi Gesù è il grande assente dalla nostra vita? È una vicenda vissuta da Gesù nella sua vita terrena, ma che continua ancora oggi nella chiesa ogni volta che mettiamo in discussione la sua parola. È tempo di tornare a piantare la vigna del Signore dentro la nostra civiltà e cultura, dentro le nostre famiglie e dentro la nostra chiesa, con l’impegno di non commettere lo stesso errore dei sommi sacerdoti del tempo ma riconoscendo che solo davanti alla croce gli uomini potranno convertirsi.

Preghiamo

Padre giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di scelti germogli, perché innestata in Cristo, vera vita, porti frutti abbondanti di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]

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