Lunedì della settimana della I Domenica dopo la Dedicazione

Ap 4, 1-11; Sal 98 (99); Lc 9, 57-62

In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: «Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!». (Ap 4,6-8)

I quattro esseri viventi presentati dall’apocalisse sono stati interpretati come simbolo di nobiltà, fortezza, saggezza, agilità. Le caratteristiche degli esseri che sono al cospetto del Signore riassumono gli aspetti positivi delle creature, in particolare degli esseri umani.
Pensare che questi aspetti siano presenti nel momento in cui il Signore si rivela è motivo di gioia e di responsabilità per ogni credente: è possibile essere accanto al Signore, proprio grazie alle qualità che rendono umani; allo stesso tempo, si tratta di comprendere come sviluppare queste virtù per il bene di tutti.

Preghiamo

Il Signore regna: tremino i popoli.
Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra.
Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli.
Lodino il tuo nome grande e terribile.
Egli è santo!

Dal Salmo 98 (99)

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