Mercoledì della settimana della V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Fm 1, 1-7; Sal 91 (92); Lc 20, 27-40

Rendo grazie al mio Dio, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, perché sento parlare della tua carità e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi. La tua partecipazione alla fede diventi operante, per far conoscere tutto il bene che c’è tra noi per Cristo. (Fm 1,4-6)

In poche righe Paolo lascia percepire un intreccio fondamentale per la vita di ciascuno: non è possibile separare la fede dalle opere, né il personale rapporto con il Signore Gesù può essere scisso dal legame con gli altri.
Questo rimando tra la dimensione personale e quella comunitaria, entrambe legate al Signore, è attuato già dalle prime parole: riconoscere le qualità di fede e di carità di Filemone è per Paolo motivo di gioia e gli consente di rendere grazie al Signore. Si tratta di un atteggiamento spirituale fondamentale, la possibilità di gioire e di riconoscere la presenza del Signore nella storia a partire dalla riconoscenza per le buone qualità degli altri. Un primo passo per evitare di chiudersi in sé stessi e per scoprire la bellezza di un equilibrio che apre sempre a nuove possibilità.

Preghiamo

Come sono grandi le tue opere, Signore,
quanto profondi i tuoi pensieri!
Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano.

Dal Salmo 91 (92)

 

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