Mercoledì dell'ultima settimana dell'anno liturgico
Ap 20, 11-15; Sal 150; Mt 25, 1-13
Vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. (Ap 20,11-12)
Nel linguaggio simbolico usato dall’Apocalisse l’apertura dei libri corrisponde allo svelamento della storia, quella del mondo e quella di ciascun vivente. La vita di coloro che sono morti – la vita di tutti – non è priva di senso, ma ogni atto e ogni scelta hanno valore. Ciò tuttavia non basta: nel confronto tra esseri umani e Dio non c’è semplice reciprocità, come se il Signore pesasse semplicemente le azioni degli uomini restando imparziale. Al contrario, egli è coinvolto nella vita degli uomini, lui per primo vuole la loro salvezza e gliela dona. Infatti, si parla di un altro libro, quello della vita: promessa rivolta a ciascuno perché già attuata nel dono totale compiuto da Gesù sulla croce.
Preghiamo
Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore.
Dal Salmo 150