Sabato della settimana della IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Dt 15, 1-11; Sal 97 (98); Ef 2,1-8; Lc 5,29-32

Mosè disse: «Alla fine di ogni sette anni celebrerete la remissione. Ecco la norma di questa remissione: ogni creditore che detenga un pegno per un prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, poiché è stata proclamata la remissione per il Signore. (Dt 15,1-2)

Tramite Mosè il Signore consegna al popolo una norma che dà la libertà a ogni essere umano: nessuno dovrà essere per tutta la vita legato a qualcun altro a partire da un debito, ma ogni sette anni, nel nome del Signore, quel rapporto che determinerebbe inferiori e superiori dovrà essere sciolto: i rapporti tra gli uomini sono determinati solo dall’essere tutti ugualmente liberi perché tutti ugualmente raggiunti dall’amore del Signore. La terra corrisponde a una promessa di libertà, che sarebbe falsa se fosse donata solo a qualcuno.
Quella libertà viene portata a compimento con Gesù, colui che libera ogni essere umano anche dai peccati che ha commesso, egli fa sì che non sia il passato a pesare sulle persone, ma apre la possibilità di un futuro in cui tutti possano liberamente rispondere al suo amore. 

Preghiamo

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Dal Salmo 97 (98)

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