Lunedì della settimana della VIII Domenica dopo Pentecoste

1Sam 1, 9-20; Sal 115 (116); Lc 10, 8-12

Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della sua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». (1Sam 1,10-11)

Anna, colei che diverrà madre di Samuele, è afflitta in quanto non ha avuto figli. Si tratta di un dolore causato dalla impossibilità di diffondere l’amore che sente di poter dare. Ma proprio quel dolore non offusca la sua capacità di amare, infatti non fa sì che Anna si chiuda in sé stessa, al contrario si apre al Signore, mettendosi in rapporto con lui tramite una preghiera forte e sincera.
Anna propone a ciascuno la possibilità di non lasciare ai dolori che affliggono l’ultima parola, ma mostra come sia possibile vivere ogni momento con responsabilità, sapendo inserire nel dialogo con il Signore ogni aspetto della propria esistenza.

Preghiamo

Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

dal Salmo 115 (116)

 

 

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