Sabato della settimana della VII Domenica dopo Pentecoste
Nm 6, 1-5. 13-21; Sal 95 (96); Eb 12, 14-16; Lc 1, 5-17
“Quando un uomo o una donna farà un voto speciale, il voto di nazireato, per consacrarsi al Signore, si asterrà dal vino e dalle bevande inebrianti, non berrà aceto di vino né aceto di bevanda inebriante, non berrà liquori tratti dall’uva e non mangerà uva, né fresca né secca. Per tutto il tempo del suo nazireato non mangerà alcun prodotto della vite, dai chicchi acerbi alle vinacce. Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il rasoio non passerà sul suo capo; finché non siano compiuti i giorni per i quali si è votato al Signore, sarà sacro: lascerà crescere liberamente la capigliatura del suo capo. (Nm 6,2-5)
La legge di Israele prevede che liberamente, per un tempo definito, uomini e donne possano dedicarsi totalmente al Signore, facendo voto di Nazireato. Questo voto prevede rinunce specifiche, che non sono fini a sé stesse, né mirano a mortificare le persone. Si tratta piuttosto di dedicare un periodo della propria vita a manifestare, anche visibilmente tramite il proprio corpo, il primato del Signore.
Ciascuno ha la possibilità, a partire dalle condizioni specifiche della sua esistenza, di mettere in evidenza il ruolo che il Signore gioca nella sua vita, così che anche altri possano scoprire la sua benevolenza. Non si tratta di compiere rinunce fini a sé stesse, che anzi trarrebbero in inganno, facendo temere che il Signore desidera sofferenze e privazioni per i suoi figli, ma di annunciare con gioia che seguire Lui consente di mettere in secondo piano, attribuendogli la giusta misura, molti aspetti della vita a cui spesso viene dedicata un’attenzione eccessiva.
Preghiamo
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
dal Salmo 95 (96)