Martedì della settimana dopo Pentecoste
Dt 6, 10-19; Sal 80 (81); Mc 10, 28-30
Mosè disse: «Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome». (Dt 6,10-13)
Quando il popolo entrerà nella terra sarà esposto a un pericolo: non quello di perdere il dono ricevuto, ma quello di dimenticare che appunto si tratta di un dono del Signore. Si tratta di un pericolo insito in ogni dono, nella misura in cui non è stato conquistato solo con le proprie forze, in quanto abbondante, rischia di far dimenticare il passato e chi lo ha offerto.
L’invito a non dimenticare è valido proprio oggi: la memoria dei doni del Signore, fino a ricordare che la salvezza viene da lui, è essenziale per potere godere pienamente di quanto si riceve.
Preghiamo
Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.
dal Salmo 80 (81)