Giovedì della VII settimana di Pasqua
Ct 6,1-2; 8,13; Sal 44 (45); Rm 5,1-5; Gv 15,18-21
La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. (Rm 5,5)
È importante comprendere il “salto di qualità” che l’apostolo Paolo propone: non dice solo che siamo «amati da Dio», ma che questo amore è stato addirittura «riversato nei nostri cuori», cioè è venuto stabilmente ad abitare in noi, riversato in noi fin dal giorno del nostro battesimo. La virtù teologale della speranza, donataci con la fede e la carità, ci aiuta a vivere nella consapevolezza che nel figlio Gesù siamo divenuti dimora di Dio e san Paolo nella lettera ai Corinzi (1 Cor 6) afferma che siamo tempio dello Spirito Santo, e che anche il Padre e il figlio prenderanno dimora in noi (cfr. Gv 14,23). Il credente pur nelle prove della vita e nel gioioso impegno della testimonianza cristiana, riconosce questo dono consolante e immenso che sostiene nel cammino quotidiano: Dio è con me, è in me, è per me! Niente e nessuno potranno mai separarci dall’amore di Dio per noi (cfr. Rm 8,37-39)! Tale dono, ha dignità di una parola data, di un amorevole impegno preso, è la Parola che si è fatta carne e ha stabilito con ciascuno di noi una nuova alleanza. A questo punto, sgorgano dal nostro cuore le parole del Salmo 136.
Preghiamo
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Ci ha liberati dai nostri avversari,
perché il suo amore è per sempre.
(Salmo 136)