V Domenica di Pasqua
At 7,2-8.11-12a.17.20-22.30-34.36-42a.44-48a.51-54; Sal 117 (118); 1Cor 2,6-12; Gv 17,1b-11
Padre […] custodiscili nel tuo nome […] perché siano una sola cosa, come noi. (Gv 17,11)
Il capitolo 17 del Vangelo di oggi è il Padre Nostro secondo l’evangelista Giovanni. Il cuore di Gesù si tuffa letteralmente nel cuore del Padre, prima degli eventi della passione. Egli ha manifestato nella sua vita il “nome” del Padre, portato a compimento la rivelazione del suo volto che è misericordia, offre in dono la vita eterna che consiste nel conoscere questa relazione di unità, intima e intensa tra le persone divine: Dio è comunione. Gesù affida al Padre i suoi discepoli e i credenti che verranno e gli chiede di custodirli, di preservarli, di liberarli dal maligno proprio come termina il Padre Nostro nella versione di san Matteo. L’opera del maligno è dividere (diabolos, colui che separa) l’opposto dell’identità stessa di Dio che è appunto comunione. «Da questo vi riconosceranno, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35); l’unità dei discepoli sarà lo specchio dell’amore di Dio per l’umanità, immagine della relazione tra Gesù e il Padre. La missione dei discepoli è credibile solo se concretamente, nella testimonianza storica e quotidiana, manifesterà l’obbedienza del figlio verso il Padre rispondendo alla vita come farebbe Lui. Anche noi, come Gesù, rivolgiamoci al Padre e diciamo: «Padre, glorifica il figlio tuo!».
Preghiamo
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
perché possano ritornare sulla retta via,
concedi a quanti si onorano del nome cristiano
di fuggire ogni incoerenza
e di vivere sempre secondo la loro dignità di creature redente.
(dalla liturgia)