Giovedì della IV settimana di Quaresima
Gen 29,31-30,2.22-23; Sal 118 (119),113-120; Pr 25,1.21-22; Mt 7,21-29
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde. (Mt 7,25)
Quante volte la paura è la signora dei nostri giorni? Quante volte è lei a decidere ciò che dobbiamo fare? Quante volte essa ci spinge a nasconderci e smettiamo così di cercare, di lottare, di costruire? Quante volte essa ci spinge a difenderci, ad aggredire, a insidiare, ad accumulare? Solo un bambino ingenuo può pensare che la tempesta non verrà a toccare la sua vita. La vera sfida dell’uomo intelligente non è perdere l’ingenuità del bimbo ma contare sulla forza del padre. Sapere e fidarsi che abbiamo un Padre che è la nostra roccia.
Preghiamo
Signore, se la nostra casa fosse la tua casa!
Se la tua casa fosse la nostra casa
non avremmo più paura della tempesta.
Ce ne staremmo accanto al camino a leggere un libro,
mentre fuori le forze del vento e dell’acqua si scatenano.
Potessimo vivere sempre con te, nostro Dio,
nostra roccia, nostro baluardo, nostra potente salvezza.
Tienici stretti sul tuo grembo
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre
e raccontaci la tua storia.