Venerdì della III settimana di Quaresima
Nm 28,1.3a.16-25; Esd 6,19-22; Lv 22,17-21; Is 49,1-7
Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Io ti renderò luce delle nazioni. (Is 49,1a.6b)
La consapevolezza di questa appartenenza resta una delle esperienze più belle e consolanti del credente. Non esistiamo per caso, non esistiamo per una qualche necessità. Dio ci osserva da quando siamo nell’utero di nostra madre, ed è da lì che egli comincia a costruire la sua storia con noi. Da lì egli comincia a sognare su di noi. Da lì egli ci plasma e inizia a pronunciare il nostro nome. Tu sarai profeta, tu sarai luce, tu porterai salvezza. Avventura splendida dello spirito umano quella di scoprire la propria identità spirituale, il nome che Dio ha posto in noi dalla nascita. Ma qualsiasi sia il nostro nome, il discepolo di Gesù sarà luce.
Preghiamo
Consapevoli e pacificati
dalla certezza della nostra appartenenza a te, Signore,
vogliamo ogni giorno essere luce.
Quella luce che si sprigiona in ogni atto di amore
che la vita ci chiede.
Tu, che sei la luce del mondo,
illumina il nostro povero amore
con la tua presenza,
perché attraverso noi gli altri vedano te.