II Feria dopo l'Epifania

Ct 2, 8-14; Sal 44 (45); Mt 25, 1-13

Ora l’amato mio prende a dirmi: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.  (Ct 2,10-12)

Quando una persona si innamora l’intera realtà cambia. Non si tratta di un’impressione né di un’illusione, ma della possibilità di riconoscere finalmente la realtà per come essa è: promettente, garanzia di una gioia che non finisce.
Il Cantico dei Cantici riconosce che avviene così quando l’amato si rivolge all’amata, semplici parole corrispondono a un annuncio di futuro felice, di vita che nasce dopo il tempo dell’aridità.
Oggi è l’occasione per riconoscere che la realtà ha questa ampiezza, in quanto ciascuno, dal quando Dio si è rivelato prendendo carne umana, ha ricevuto la notizia che il tempo nuovo è iniziato.

Preghiamo

Ami la giustizia e la malvagità detesti:
Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.

dal Salmo 44 (45)

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