Venerdì della settimana della penultima Domenica dopo l'Epifania
Sap 15, 1-5; 19, 22; Sal 45 (46); Mc 11, 27-33
Tu, nostro Dio, sei buono e veritiero, sei paziente e tutto governi secondo misericordia. Anche se pecchiamo, siamo tuoi, perché conosciamo la tua potenza; ma non peccheremo più, perché sappiamo di appartenerti. (Sap 15,1-2)
Il proposito di non peccare non nasce dal senso del dovere, né dall’imposizione determinata da una condizione esterna. Una volontà così radicale può nascere solo dall’incontro con il Signore, dall’averlo conosciuto profondamente. È la sua misericordia che può suscitare un desiderio tanto alto, il legame con il suo amore a convertire.
Oggi è il giorno per lasciarsi coinvolgere nell’esperienza del legame con lui, così da poter ricevere la forza per puntare in alto rifiutando il peccato.
È quell’esperienza, inoltre, che diventa la misura del rapporto con gli altri: è l’amore a trasformare, solo mettendosi in gioco in relazioni profonde è possibile determinare il cambiamento degli altri.
Preghiamo
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque,
si scuotano i monti per i suoi flutti.
dal Salmo 45 (46)