Giovedì della I settimana di Avvento

Ger 2,1-2a.12-22 [breve 2,1-2a.12-19]; Sal 73 (74); Am 8,9-12; Mt 9,16-17

«Non si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». (Mt 9,17)

L’obiettivo principale è conservare un buon vino e mantenere gli otri intatti! Gesù lo esplicita, caso mai non sia chiaro. Non c’è altra necessità se non quella di poter ancora assaggiare il buon sapore del vino nuovo, senza perdere i preziosi vasi che permettono la stagionatura. Gli otri sono recipienti di pelle di capra o pecora, conciata e cucita per contenere e trasportare liquidi – soprattutto vino e olio – sul dorso degli animali. Per vino nuovo si intende il succo d’uva appena pressato e quindi ancora in fase di fermentazione: il rischio reale è dunque che gli otri vecchi, con scarsa elasticità, possano gonfiarsi e lacerarsi. È evidente che qui non si tratta di scegliere il vino migliore, quello giovane o quello invecchiato. La questione è comprendere che la salvezza di Gesù richiede una disponibilità nuova ad accogliere la freschezza del Vangelo che può anche tradursi in fedeltà e continuità col passato. La creatività non esclude infatti la fedeltà.

Preghiamo

O Dio, perché ci respingi per sempre,
fumante di collera
contro il gregge del tuo pascolo?
Ricòrdati della comunità
che ti sei acquistata nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tua proprietà,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
Volgi lo sguardo alla tua alleanza.

Dal Salmo 73 (74)

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