IX Domenica dopo Pentecoste

2Sam 6,12b-22; Sal 131; 1Cor 1,25-31; Mc 8,34-38

“Fratelli, ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” . ( 1Cor 1)

Al giudizio di Dio la potenza di questo mondo non vale nulla: ciò che salva sono l’umiltà e la povertà del Signore Gesù. La fonte della sapienza cristiana è Gesù Cristo; in lui troviamo la giustizia e la santità nel mistero della croce che agli occhi umani è solo impotenza e sconfitta. Proprio nella ‘stoltezza’ della croce si manifesta la sapienza di Dio che non va misurata col metro umano ma supera ogni possibile codice di giustificazione da parte della nostra mente. Così nessuno può dire nè di aver meritato qualcosa, vantando delle priorità, nè di aver portato qualcosa di suo e di valido nella redenzione. Nessuno ha motivo di vantarsi, ma solo di dare gloria a Dio e di rendergli grazie.
Gesù chiede a chi vuole seguirlo di lasciare ogni propria prerogativa e di prendere a sua volta la fatica della croce e del dono di sè per il bene del prossimo.

 

Preghiamo col Salmo

Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.

 

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