Giovedì, Settimana della VI Domenica di Pasqua
Ascensione del Signore – Solennità
At 1,6-13a; Sal 46(47);Ef 4,7-13; Lc 24,36b-53
«Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». (Lc 24,39)
Non è un fantasma colui che noi chiamiamo nostro Signore. Ha carne ed ossa. Il suo corpo si è im merso (battezzato) fino al fondo della nostra na tura e della nostra storia, fino al punto più basso: la morte in croce dello schiavo. Discese agli inferi per liberare Adamo ed Eva e tutta la loro discendenza, come contempliamo nell’icona pasquale ortodossa. La morte non poteva trattenerlo. Il suo corpo risorto non è più soggetto alla legge della morte: peccato, malattia, corruzione, le catene dello spazio e del tempo. Il Risorto, il Figlio, è tornato al disopra dei cieli, presso il padre, portando in sé stesso la caparra, l’anticipo dell’uomo perfetto e nuovo (Ef 4,13).
Gli angeli chiedono ai discepoli perché guardano il cielo. Gesù ci ha insegnato a pregare ogni giorno: “come in cielo così in terra”. Il movimento è inverso. Il cielo non è una terra di conquista. Dal cielo il Signore guarda sulla terra (Sal 33,13). Si prende cura di ciascuna delle sue creature. Lui, che ha vissuto per noi le doglie del parto (Gv 16,21;19,34) non si mette in pantofole. Dal cielo egli è Signore della storia, fino all’uomo perfetto, fino a quando sarà tutto in tutti (Col 3,11).
Preghiamo col Salmo
Ascende Dio tra le acclamazioni.
Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.