Giovedì 5 aprile, dell'Ottava di Pasqua - in Albis
At 5,26-42 / Sal 33 (34); Col 3,1-4; Lc 24,36-49
«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma». (Lc 24,36b-37)
I fantasmi appartengono ai morti e al passato e generano in noi paura. Ci sono quelli della fantasia e della letteratura e quelli che ci portiamo dentro rispetto ad errori commessi, a ricordi negativi, al male compiuto. Ma Gesù non appartiene né al passato né alla morte: egli è vita che dà pace e in questo modo sta in mezzo a noi. Così dobbiamo riconoscerlo ed accoglierlo. È un Gesù che si lascia raggiungere e che occorre toccare; un Gesù con cui parlare e con cui condividere la stessa mensa.
Se fosse solo un ricordo o un’idea, se fosse impalpabile rispetto alla nostra esistenza, continueremmo a chiuderci in noi stessi e a guardare all’altro con diffidenza e sospetto. Ma se lui è qui ed è vivo allora si apre il cuore, si aprono le porte delle nostre case, si apre al mondo la speranza.
E finalmente conosciamo la pace: quella interiore che ci libera dalle inquietudini, dal nostro peccato e da un passato ferito e quella esteriore che ci fa costruttori di riconciliazione. Il nostro mondo ha un estremo bisogno di pace ma noi ci stiamo rassegnando all’impotenza: Gesù risorto è fonte di pace vera, dono di Dio, ancora possibile, oggi, in mezzo a noi.
Preghiamo
Donaci, Signore, la tua pace:
tu sai quanto ne abbiamo bisogno.
Fa’ che la tua pace sia il nome di un mondo nuovo,
sia la forza che intreccia nuovi legami.