Mercoledì 4 aprile, dell'Ottava di Pasqua - in Albis
At 5,12-21a / Sal 33 (34); Rm 6,3-11; Lc 24,13-35
«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». (Lc 24,29)
La delusione e lo sconforto spingono a fuggire e a cercare lontano una nuova vita, forse dimenticando o forse ricominciando. Ma le fughe non sono mai buone: quelle dalle responsabilità, quelle dalle persone, quelle dalle vicende della nostra vita, anche se dolorose.
La bellezza della nostra fede nel Dio della misericordia sta nel fatto che lui ci sta accanto anche quando noi andiamo lontano e scappiamo persino da lui. È un Dio ostinato nell’amore per noi: non ci abbandona e non si arrende. È un po’ come quell’innamorato che non cede al rifiuto. Il farsi accanto di Dio è discreto e silenzioso, ascolta, cerca di capire. Non impone, ma suscita di nuovo il desiderio di lui e la bellezza dello stare insieme. Allora ci si ferma, si entra insieme nella stessa casa e si condivide la medesima mensa.
Da qui, poi, il tornare indietro non è una sconfitta e nemmeno un’umiliazione ma è un ricominciare con una gioia incontenibile, una passione rinnovata e uno slancio pieno d’amore. Stare con Gesù ci insegna a non scappare dagli altri ma a condividere con loro quanto di più bello abbiamo ritrovato, proprio quando pensavamo di averlo perso per sempre.
Preghiamo
Resta con noi, Signore,
nelle oscurità della nostra fede, nelle fughe dai nostri fratelli.
Abbi pazienza con noi,
facci ritrovare la strada giusta.