Lunedì 2 aprile, dell'Ottava di Pasqua - in Albis

At 3,17-24 / Sal 98 (99); 1Cor 5,7-8; Lc 24,1-12

«Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”». (Lc 24,5-6a)

La paura schiaccia e appesantisce, soffoca il respiro e piega lo sguardo. Chi non sa più dove sia il Signore e chi non lo riconosce più presente nelle proprie giornate cede alla paura ed è la fine. La fine della speranza per il futuro, la fine dell’amore per gli altri e quella della fede in Dio. La paura è sorella della morte.
Ma Gesù ha vinto la morte ed è risorto. Chi non sa dove sia e lo cerca non deve farlo tra i morti ma tra i vivi, perché lui è il Dio della vita. Gesù non sta tra ricordi e nostalgie, nemmeno quelli di esperienze belle vissute nell’infanzia e nella adolescenza. Gesù non sta nelle dottrine e nei libri, nemmeno quelli di più alta sapienza. Sta dentro la vita e nel tempo, sta nelle persone e tra gli incontri, sta nei poveri e nella cura per loro.
Lui stesso lo aveva annunciato e non ricordiamo le sue parole: proprio lì lo possiamo cercare. E trovandolo lì ne diventiamo i testimoni: raccontiamo di lui agli altri, perché egli scioglie le paure e risolleva il nostro sguardo; perché abita nella vita e della vita ci fa custodi, perché ci fa gustare una gioia senza fine che condividiamo con tutti i fratelli nel mondo.

 

Preghiamo

Sciogli, Signore, le paure dell’uomo:
apri il suo cuore alla speranza.
Solleva il suo sguardo:
perché possa cercarti nell’immensità dell’amore.

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