Domenica dell’incarnazione o della Divina Maternità
Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a
«Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli». (Is 62,10)
Il testo di Isaia richiama il popolo di Gerusalemme a rinnovarsi nell’amore del Signore, per essere capace di accogliere coloro che ritornano dal lungo esilio. È un popolo povero, stanco e affaticato e la profezia di Isaia saprà infondere coraggio per ricostruire e ripopolare la città. Sarà una città santa, accogliente, redenta dal Signore, ricercata e non più abbandonata. Il suo popolo sarà amato da Dio e sarà capace a sua volta di preoccuparsi per accogliere chi ancora verrà e sarà nel bisogno. Bisogna sistemare il “selciato”, rendere agevole l’ingresso di coloro che vengono magari sprovveduti di ogni sussistenza. Il Natale richiama anche noi a questa accoglienza, visto che anche Gesù, che nasce in una famiglia di immigrati a Betlemme, non trova posto: infatti “non c’era posto per loro”.
Preghiamo
Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.
(dal Sal 71)
Impegno Settimanale
Mi farò aiutare da qualche persona “esperta” per capire i segni della volontà di Dio.
[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]