Pasqua nella Risurrezione del Signore

 

At 1,1-8a; Sal 117 (118); 1 Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18

 

«Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva». (Gv 20,11)

Maria di Magdala stava presso il sepolcro, allo stesso modo in cui stava presso la croce. C’è un attaccamento alla persona, tutta intera, di Ge sù. Per tre volte in poche righe lei usa delle parole simili a quelle della sposa del cantico (Ct 3,1-3 e paral­leli). In quel sepolcro situato nel giardino (19,41), sepol­cro vergine come il ventre che partorì a Betlemme, Maria si trova davanti due angeli e un personaggio che scambia per il custode del giardino. Come Eva, dopo il peccato, si trova esclusa dalla vera vita poiché è rimasta senza il suo Signore. Ma questa volta gli angeli non hanno la spada di fuoco per tenere lontani gli espulsi dall’Eden (Gen 3,24). Ed il custode del giardino non la caccia via, anzi la chia­ma per nome. L’antica condanna è stata ormai definiti­vamente scontata. A differenza di Eva, Maria di Magdala non deve più nascondersi dal custode del giardino (Gen 3,10) ma può addirittura abbracciarlo (v. 17). Lei stava presso la croce, lei stava presso il sepolcro personifican­do la Chiesa di tutti i tempi, che può solo stare là dove si trova il corpo di Gesù, il suo Sposo, fino ad incontrarlo Risorto, vincitore della nostra morte.

Preghiamo

Rendete grazie al Signore, perché è buono
perché il suo amore è per sempre.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore.

(dal salmo 117)

 

[La Parola ogni giorno – "La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]

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