Dedicazione della Basilica romana lateranense
1Re 8, 22-23. 27-30; Sal 94 (95), 1Cor 3, 9-17; Gv 4, 19-24
«Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!» (1Re 8,23.27)
Una volta completata la costruzione del tempio, Salomone riconosce di essere parte di un paradosso: Dio è infinitamente più grande di qualsiasi opera umana, tanto che non è possibile ridurre la sua presenza in un luogo, neppure il più vasto e imponente. Allo stesso tempo la sua immensità non determina che per l’essere umano, piccolo e limitato, sia impossibile incontrarlo, né fa sì che la sua opera sia di nessun valore.
Festeggiare la dedicazione di una basilica significa ricordare che il Signore si fa vicino, senza che la sua manifestazione sia un’umiliazione per gli esseri umani, al contrario, il motivo del loro innalzamento. Oggi è quindi il giorno per rendere lode e mettere a frutto quanto la presenza del Signore dona a ciascuno.
Preghiamo
Adoriamo il Signore nella sua santa casa.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Dal Salmo 94 (95)