Venerdì della settimana della VII domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

Tt 2,15c – 3,15; Sal 88 (89); Lc 22, 31-33

Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna. (Tt 3,4-7)

Il cristiano è capace di andare oltre sé stesso perché riconosce che all’origine della sua esistenza c’è un dono: nessuna opera, anche buona, può essere messa a confronto con la misericordia del Signore: la salvezza dipende da lui. Questo fatto non comporta l’inutilità dell’agire e delle scelte, ma li rimette nella giusta posizione, dandogli senso a partire dalla fonte che le suscita. Ogni cristiano ha ricevuto tale dono con il battesimo, proprio oggi si tratta di rispondervi pienamente.

Preghiamo

Canterò in eterno l’amore del Signore,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre».
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
stabilirò per sempre la tua discendenza».

Dal Salmo 88 (89)

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