Sabato dopo la Dedicazione

Dt 18,9-14; Sal 96 (97); Rm 1,28-32; Lc 5,1-11

Lo stupore infatti aveva invaso Pietro e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. (Lc 5,9-11)

Gesù sale sulla barca vuota di Pietro, e dalla sua barca vuota si rivolge alla folla che si accalca per ascoltare i suoi insegnamenti. Lo abbiamo visto ieri camminare con delle donne indemoniate, con una prostituta e con la moglie dell’amministratore di Erode. E oggi si serve di un pescatore stanco e avvilito per annunciare il regno di Dio. Non è, quindi, a partire dalle nostre eccellenze e dai nostri meriti che il Signore costruisce, ma dalle nostre debolezze e ferite… dal riconoscerci inadeguati. Serve uno spazio affinché lui possa entrare per cambiare la nostra vita. Da pescatori di pesci a pescatori di uomini. Da un mestiere a una missione.

Preghiamo

Padre Santo,
in questo cambiamento di epoca,
sollecita la tua Chiesa
a un rinnovato dinamismo missionario,
fondato sulla fiducia nello Spirito perch
«è lui il protagonista della missione!» (RMi 30).

 

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