Festa di S. Francesco d'Assisi
Sof 2,3a-d; 3,12-13a.16a-b.17a-b.20a-c; Sal 56 (57); Gal 6,14-18; Mt 11,25-30
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero. (Mt 11,28-30)
Gesù si ritrova spesso solo col Padre a pregare, e oggi troviamo il contenuto della sua preghiera: lodare, benedire, riconoscere in Dio il volto paterno e del Signore del cielo e della terra.
Attraverso la preghiera intuiamo che è solo Gesù, il Figlio, colui che è pienamente autorizzato a presentarci il Padre e il progetto di salvezza che ha in cuore per noi. Proprio per questo Gesù invita tutti a rivolgersi a lui perché gli si accostino, vadano alla sua “scuola”, imparando da lui che è «mite e umile di cuore».
In questo modo seguire la sua parola non sarà più un impegno gravoso, bensì fonte di riposo e ripresa di energie, perché si potrà sperimentare la salvezza e la grazia che egli ci dona, facendoci suoi testimoni nel mondo, come san Francesco.
Preghiamo
O Signore,
il discepolo missionario è il «fratello universale»,
donaci la Grazia di portare lo spirito della Chiesa,
«la sua apertura e interesse
per tutti i popoli e per tutti gli uomini,
specie i più piccoli e poveri» (RMi 89).