VIII Domenica dopo Pentecoste

1Sam 8,1-22a; Sal 88; 1Tm 2,1-8; Mt 22,15-22

“Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità”. “Rendete a Dio quello che è di Dio”. (Mt 22,16b.21b)

Nonostante la perfidia delle loro intenzioni, coloro che interrogano Gesù dicono il vero: egli insegna la via di Dio, non ha altro interesse che predicare l’avvicinarsi del Regno e invitare gli uomini a cercarlo prima di ogni cosa. La questione del pagamento del tributo all’autorità romana era molto dibattuta: il denaro mostrato a Gesù portava l’immagine dell’imperatore e l’iscrizione che ne enunciava la dignità divina: per i giudei tutto questo sapeva di idolatria. Ciò nonostante essi usavano quella moneta (l’ avevano con sé a differenza di Gesù), dimostrando di avere accettato il regime di Cesare. Gesù smaschera l’inganno della loro contraddizione e li riconduce alla via di Dio: è lui l’unico Signore della storia al quale l’uomo fatto a sua immagine si deve rendere con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze. Come abitanti della città terrena dobbiamo rendere ai signori di questo mondo le cose di questo mondo; tutto il nostro essere è invece per Colui che ce l’ha donato.

Preghiamo col Salmo

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

 
 

 

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