Mercoledì della settimana della VIII Domenica dopo Pentecoste

1Sam 18,1-9; Sal 56; Lc 10,17-24

Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Lc 10,21b)

La missione dei settantadue si è conclusa positivamente: essi tornano da Gesù pieni di gioia perché nel suo nome hanno sottomesso la potenza del nemico. Nessun merito e nessuna gloria personale sono connessi a questo successo: semplicemente, chi accetta di farsi servo del Signore può esultare in Dio, suo Salvatore, al vedere coi propri occhi le grandi cose fatte dall’Onnipotente (cfr Lc 1,38ss).
E’ nella stessa lunghezza d’onda l’esultanza di Gesù per la realizzazione della volontà del Padre: Dio ha scelto ciò che per il mondo è stolto, debole, disprezzato (1Cor 1,28), ha racchiuso il tesoro dell’Evangelo in vasi di creta perché appaia che questa potenza straordinaria viene da lui e non dall’uomo (2Cor 4,7). Il suo figlio Gesù che tutto riceve da lui e in tutto a lui si rivolge, ci porta ad incontrarlo come Padre e ci mostra il cammino per divenire in verità figli, piccoli e beati.

Preghiamo col Salmo

Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te si rifugia l’anima mia;
all’ombra delle tue ali mi rifugio
finché l’insidia sia passata.

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