GIOVEDI 02 MAGGIO - II settimana di Pasqua

At 4,32-37; Sal 92 (93); Gv 3,7b-15

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. (At 4,32-33)

Il cuore dell’uomo coltiva e sempre coltiverà una grande nostalgia per la comunione, per l’unità, per l’armonia dei rapporti interpersonali. La vera pace tra gli uomini, la possibilità di una convivenza non conflittuale, anzi veramente solidale e fraterna, riposa nel profondo di ogni cuore umano come un sogno che troppo spesso non si ha neppure il coraggio di confessare. L’esperienza della vita è troppo dura per non esporci al rischio di considerare questo sogno un’illusione. Così, quando sente parlare della Chiesa, dei cristiani, delle parrocchie, degli istituti religiosi, l’uomo della strada si pone d’istinto, a volte senza neppure confessarlo a se stesso, nell’atteggiamento di chi si attende un segno chiaro e consolante proprio in questa linea. E allora egli guarda quanto queste persone si amano, quanto si aiutano e quanto aiutano, quanto sono attaccati a beni e quanto sono felici di donare, quanto sono spontanei nella loro serenità, quanto sono forti nella loro sofferenza e quanto sono capaci di condividere la sofferenza altrui.

Preghiamo

La croce gloriosa del Signore risorto
è l’albero della mia salvezza:
di esso mi nutro, di esso mi diletto,
nelle sue radici cresco, nei suoi rami mi distendo.

[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]

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