Domenica 28 aprile - II domenica di Pasqua in Albis depositis

At 4,8-24; Sal 117 (118); Col 2,8-15; Gv 20,19-31

Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati. (At 4,11-12)

L’immagine della pietra scartata, divenuta pietra angolare rimanda all’antitesi crocifisso – risorto. La pietra angolare è la pietra fondamentale di una costruzione, solitamente di dimensioni molto più grandi rispetto alle altre. Così il crocifisso non solo è stato risuscitato da Dio, ma è stato posto a fondamento della vita dei credenti, assumendo un ruolo importante, supremo. Pietro, nel suo discorso, tira le conseguenze: sotto il cielo, ovverosia nel mondo intero, fra gli uomini, non esiste altro nome nel quale si possa trovare salvezza. Per tutti, ebrei e non-ebrei, v’è solo una possibilità di trovare vita e tale possibilità ha il volto e il nome di Gesù. L’esperienza concreta della guarigione di uno zoppo ora si allarga a tutti gli uomini che, per mezzo dell’esperienza della fede in Gesù, possono accedere alla stessa salvezza, alla liberazione dal peccato e dalla morte, alla speranza. I pensieri e i progetti di Dio sono ben diversi da quelli degli uomini. Il crocifisso risorto rimane pietra d’inciampo, ma insieme suprema sapienza di Dio.

Preghiamo

Signore, noi non possiamo più stendere la nostra mano
per toccarti,
ma possiamo credere e così incontrare te,
Signore della vita.

[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]

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