LUNEDÌ 3 APRILE

Gen 28,10-22; Sal 118 (119),105-112; Pr 24,11-12; Mt 7,13-20

Dai loro frutti li riconoscerete. (Mt 7,16)

Riconoscere Dio nella propria vita sembra a tratti una sfida impossibile. Ci consola sapere che anche Giacobbe ebbe bisogno di una particolare rivelazione per giungere alla consapevolezza che Dio fosse il Signore della sua vita, che lo stava accompagnando e che quanto avesse di beni lo dovesse a Lui (da cui la decima). Di fronte al rivelarsi di Dio, la sapienza di Israele ci suggerisce di ripetere le parole del patriarca, “non lo sapevo”. Un atteggiamento che ci ricorda Gesù quando indica proprio la semplicità dei bambini come disposizione per entrare nel Regno. Al contempo però siamo trattati anche da adulti e ci è fornito un criterio sapienziale chiaro, che è quello delle opere. I frutti sono il naturale esito della linfa che corre nascosta nei rami. Le nostre azioni sgorgano dal nostro cuore. Alleniamo la fine arte del discernimento nell’esame di coscienza di queste sere di Quaresima.

Preghiamo

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo.
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.
(Sal 138,1-2.23-24)

[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]

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