San Giacomo apostolo
Sap 5, 1-9. 15; Sal 95 (96); 2Cor 4, 7-15; Mt 20, 20-28
Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: «Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno; abbiamo considerato una pazzia la sua vita e la sua morte disonorevole. Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi? Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
Il libro della Sapienza descrive l’esperienza del giusto: spesso non è compreso, ma proprio la sua esistenza è un segno che interpella tutti, facendo sì che ciascuno sia messo di fronte alle proprie contraddizioni, riconoscendo che la vita assume valore quando la si dona, seguendo il Signore.
Questa è l’esperienza dell’apostolo Giacomo, che testimonia il vangelo di Gesù fino al martirio. Quell’esperienza provoca anche i cristiani contemporanei, mettendo in luce le direzioni errate che si sono intraprese, invitando a convertirsi per puntare con decisione verso la santità.
Preghiamo
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dal Salmo 95 (96)