Mercoledì della VII settimana di Pasqua

Ct 1,5-6b.7-8b; Sal 22; Ef 2,1-10; Gv 15,12-17

Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi chiamo più servi,
perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma
vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal
Padre mio l’ho fatto conoscere a voi».
(Gv 15,15)

Non siamo sprovveduti, non siamo abbandonati in una ricerca senza indicazioni da seguire e
non siamo soli nel lungo cammino: Gesù ci ha detto, ci ha mostrato, e ancora si accompagna a noi. Non siamo dipendenti da un dio dispotico e capriccioso, ma siamo amati e coinvolti nell’universale Amore che a tutto dà senso. Possiamo seguire le tracce di Gesù? Possiamo muoverci nel mondo da discepoli affascinati e desiderosi di una sequela appassionante
e promettente, per noi e per il mondo intero? Non ci manca, per grazia, questa Parola che è come lampada sul cammino, e che rende possibile percorrere la vita con senso e con la fiducia di poter ricavare qualcosa anche da noi stessi, in ordine al regno di Dio. Quanto siamo stati aiutati a comprendere, quanto abbiamo letto, ascoltato, detto? Per quanto sia mai compiuto il
cammino di comprensione della volontà di Dio, noi abbiamo la possibilità di scegliere secondo il Vangelo e di muoverci nello spazio che Gesù ci ha fatto conoscere, già ora.

Preghiamo
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo,
di osservare i tuoi giusti giudizi.

(Sal 119,105)

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