Venerdì della VI settimana di Pasqua
Ct 2,17-3,1b.2; Sal 12; 2Cor 4,18-5,9; Gv 14,27-31a
Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto. “Vado e tornerò da voi” ». (Gv 14,27-28a)
È stato difficile il tempo dei primi discepoli nell’assenza di Gesù: vivere senza la sicurezza data dalla sua presenza e dalle sue parole ha certamente generato disorientamento e paura. Come accade spesso anche a noi, confusi in un tempo ancora difficile, in cui non sono sempre così visibili i segni della vicinanza di Dio. C’è però un ritorno su cui possiamo contare, una rinnovata – benché diversa – presenza del Risorto accanto a noi, c’è il dono del suo Spirito. Per questo non suonano vuote le parole di incoraggiamento del Maestro e Signore, che nell’ultima sera con i suoi, prima del suo arresto, affida loro la grazia della pace e l’invito ad attraversare i momenti che verranno senza turbamento e senza timore. C’è anche per noi una via di pace ancora possibile, nonostante tutti i rumorosissimi rombi di guerra che ancora conosciamo. C’è ancora un cammino sicuro che possiamo percorrere, nonostante le fragilità e la confusione del nostro tempo. Senza turbamento e senza paura.
Preghiamo
A te grido, Signore, mia roccia,
con me non tacere:
se tu non mi parli,
sono come chi scende nella fossa.
(Sal 28,1)