Lunedì della IV settimana di Pasqua
At 9,26-30; Sal 21; Gv 6,44-51
Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo. Allora Bàrnaba lo prese con sé. Lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato. (At 9,26-27b)
È comprensibile il sospetto dei discepoli, dopo quanto aveva fatto Saulo, particolarmente in occasione del martirio di Stefano: sorgeva spontanea la domanda sulla reale conversione del persecutore. Se è comprensibile, il sospetto però non tiene conto della fantasia di Dio, che raggiunge Saulo inaspettatamente, che fa leva sulla sua sete di verità e che lo mette di fronte all’inequivocabile sua Parola. Tra i tanti discepoli c’è qualcuno, però, che ha saputo cogliere la libera creatività dello Spirito di Dio e che sarà determinante per la futura diffusione della Buona Notizia: Bàrnaba è immagine viva di chi crede e spera, di chi vive lo stupore e l’entusiasmo della fede, e che coglie i segni della risurrezione anche laddove tutto sembra torbido e oscuro. Sarà ancora Bàrnaba a chiamare Saulo/Paolo ad Antiochia di Siria, da dove il grande missionario partirà per i suoi viaggi di evangelizzazione. Avere occhi per le trame sottili e nascoste del regno di Dio è una grazia, tanto da chiedere quanto da cercare e costruire, anche oggi per noi!
Preghiamo
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
(Sal 147,5)