II Domenica di Quaresima
Es 20,2-24; Sal 18; Ef 1,15-23; Gv 4,5-42
Gesù […] affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». (Gv 4,6-7)
Gesù manifesta Dio attraverso la sua umanità. Così ci sorprende che chieda un po’ d’acqua. Noi vorremmo dare a Cristo cose grandi, straordinarie, e lui ci chiede un po’ di acqua da bere, una cosa ordinaria. È attraverso le cose ordinarie nei sacramenti che dico a Cristo la mia disponibilità, il mio amore. Cristo si offre a noi in modo ordinario: attraverso l’acqua, il pane, il vino, l’olio. L’incontro si trasforma in straordinario a partire da un bisogno. L’essere missionari è l’incontro tra me – la mia umanità, le mie stanchezze e la mia sete – e l’altro, la sua umanità, le sue stanchezze e la sua sete. In questo incontro avviene il rivelarsi di colui che accoglie, accompagna e dona un’acqua viva.
Preghiamo
Non importa quanto tu mi sia lontano, quanto mi dimentichi,
quante croci tu debba sopportare in questa vita.
C’è solo una cosa che io voglio tu ricordi,
una cosa immutabile: ho sete di te. Così come sei!
Non c’è bisogno che tu cambi per credere nel mio amore,
perché è il mio amore che ti cambierà.
(S. Teresa di Calcutta)