III Domenica dopo l'Epifania
Es 16, 2-7a. 13b-18; Sal 104 (105); 2Cor 8, 7-15; Lc 9, 10b-17
Al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo». (Es 16,14-15)
Il Signore dà il pane che può sostenere la vita del popolo di Israele non come un premio, anzi come un dono totalmente gratuito, offerto proprio nel momento della ribellione e della lamentela. La cura che il Signore ha nei confronti degli esseri umani troverà compimento in Gesù, che con il miracolo della moltiplicazione dei pani anticiperà il fatto che lui stesso è cibo per una vita piena.
A ciascuno, oggi, questi segni sono offerti per riconoscere la presenza del Signore nella propria vita, una presenza capace di sostenere giorno per giorno.
Preghiamo
Alla loro richiesta fece venire le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque:
scorrevano come fiumi nel deserto.
Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.
Dal Salmo 104 (105)