Giovedì della settimana della penultima Domenica dopo l'Epifania
Sap 14, 12-27; Sal 15 (16); Mc 11, 15-19
L’invenzione degli idoli fu l’inizio della fornicazione, la loro scoperta portò alla corruzione della vita. Essi non esistevano dall’inizio e non esisteranno in futuro. Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini, per questo è stata decretata loro una brusca fine. (Sap 14, 13-15)
La scrittura mette in guardia rispetto all’idolatria, come una delle peggiori forme del peccato. Insieme alla denuncia si nasconde però la speranza: proprio perché sono inconsistenti, gli idoli non sono destinati a durare.
Ciò mette in discussione ciascun cristiano: molto spesso è facile lasciare che la fede nel Dio di Gesù, esigente in quanto richiede un coinvolgimento totale dell’intera esistenza, venga sminuita da superstizioni e idolatrie, di varia forma. Oggi è il giorno per riconoscere le occasioni nelle quali anziché vivere la Parola di Dio si preferisce far dipendere la propria vita da scorciatoie che sembrano renderla più semplice, affidandosi a soluzioni effimere che non mettono in gioco la libertà. È il primo passo per rinunciarvi.
Preghiamo
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
dal Salmo 15 (16)