Sabato della settimana della II Domenica dopo l'Epifania
Es 3, 7a. 16-20; Sal 94 (95); Ef 3, 1-12; Mt 10, 1-10
«Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare». (Es 3,19-20)
Il Signore si presenta a Mosè come colui che salva con potenza. Il suo intervento deciso contro il re d’Egitto è motivato dall’amore per il suo popolo, dalla sua volontà di salvarlo dall’oppressione.
Fare memoria del suo intervento è un invito a considerare la propria storia a partire dai momenti nei quali l’intervento del Signore nella propria vita ha comportato un cambiamento significativo, non perché sia successo qualcosa di prodigioso, ma perché si è aperto un periodo di maggiore libertà e autenticità. La memoria di quei momenti di liberazione può diventare l’occasione per rendere grazie e per valutare in quale modo si è stati capaci di custodirne il dono.
Preghiamo
Grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
dal Salmo 94 (95)