Pasqua nella Risurrezione del Signore
At 1,1-8a; Sal 117( 118); 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18
“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. (Gv 20,15)
Luca accenna al suo “primo racconto”, in cui tratta tutto ciò che Gesù fece e insegnò fino all’assunzione. La passione, morte e resurrezione, fanno parte di questo “fare e insegnare”. Tutta la vicenda di Gesù è una nuova Creazione(fare) e Rivelazione(insegnare) di Dio che si “racconta”, si manifesta nella sua verità e ci disvela la nostra. Gesù, il crocifisso risorto, conosce le nostre lacrime (cf. Es 3,7); lui sa cosa, o meglio, “chi” ci manca. Il risorto che appare nel giardino del sepolcro, nuovo Eden, ricuce lo strappo tra creatore e creatura. Lui può dire “Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Così anche Paolo, che si riconosce come aborto, rifiuto indegno, può rileggere la sua intera esistenza come opera della Grazia, facendo eco al Magnificat non proclama la propria grandezza ma quella di Dio che ha operato meraviglie nella miseria di Saulo il persecutore. “Per grazia”, cioè gratuitamente, gratis. Parole a doppio taglio; possono indicare ciò che“non costa niente” oppure ciò che “non ha prezzo”. In quale di queste due prospettive si colloca la nostra fede nel Risorto?
Preghiamo
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
(dal salmo 117)