Gs 11,15-23; Sal 27; Lc 9,37-45

 

Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: “Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”.   (Lc 9,43-44)

 

La traduzione letterale del testo evangelico direbbe: “Mettetevi nelle vostre orecchie queste parole”: imperativo chiaro di Gesù che esprime l’urgenza e la serietà di un’azione, quella di metterci queste parole nelle orecchie, indispensabile per non rimanere accecati dalla luce del miracolo. Sì, perché la possibilità di vedere bene dipende dal-le parole che ci mettiamo nelle orecchie, cioè che ci impegniamo ad ascoltare, a lasciarci ripetere, a trattenere nella memoria.

Gesù dice di sé che sta per essere consegnato: la formula passiva allude a Dio come colui che lo consegna. Qui ci è aperto uno spiraglio sulla fede di Gesù, il Figlio che si sa inviato dal Padre per compiere la sua opera e lasciandosi consegnare nelle mani degli uomini dice “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” .

Ascoltiamolo oggi mentre ci ripete che di fronte al miracolo non dobbiamo dimenticare la croce perché l’uno e l’altra sono segni del suo amore per noi e che la nostra salvezza sta nell’attaccarci non all’uno né all’altra ma a lui solo.

 

Preghiamo col Salmo

 

Il Signore è mia forza e mio scudo,

in lui ha confidato il mio cuore.

Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,

con il mio canto voglio rendergli grazie.

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