At 20,17-38; Sal 26(27); Gv 14,7-14

 

“Se avete conosciuto me , conoscerete anche il Padre mio”.             (Gv 14,7)           

 

Ieri parlavamo della religione. Nella prima lettura si punta lo sguardo su questa parola: vangelo della grazia. Nelle religioni è fondamentale ciò che Dio ci chiede di fare. Questo non è sbagliato, non è negativo. Dio è Dio, io sono sua creatura. Riconoscere questo è preziosissimo. Ma il vangelo della grazia è ben al di là. Esso è il racconto di ciò che Dio, fattosi carne, ha fatto, fa e farà per tutte e ciascuna delle sue creature. La vicenda di Paolo è lo sconvolgimento di un religioso perfetto e zelante che, scoperta la Grazia, non può che spendersi completamente per farla conoscere a tutti. Il vangelo non è un insieme di norme e istruzioni, ma la rivelazione del Volto. Ci viene richiesta un’obbedienza totale, ma non è quella di tanti soldatini, ma quella di figli che condividono con l’unico Figlio la carne, il sangue ed il respiro. Nei due discorsi di saluto delle letture di oggi, si intuisce la presenza di un Dio diverso da quello che immaginiamo. Lui che è comunione, vuole fare comunione con noi fino a condurci a compiere le opere che lui compie.

 

Preghiamo

 

Il mio cuore ripete il tuo invito:

“Cercate il mio volto!”.

Il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto.              

       (dal salmo 26)

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