At 21,40b-22,22; Sal 66(67); Eb 7,17-26; Gv 16,12-22

 

 

“Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.        (Gv 16,14)

 

Nel corso del tempo il mistero della Chiesa si svela. Non è lei a fare  questo per il Signore, quanto il Signore che fa questo per lei, sua sposa; viene accompagnata per mano (come Paolo) nel travaglio della nuova creazione. Come per Maria, lo Spirito Santo scende sulla Chiesa e la potenza dell’Altissimo la copre con la sua ombra (Lc 1,35). L’afflizione, la sofferenza, il dolore, non sono lì per attestare la condizione del moribondo, ma la fatica della partoriente. Come sapiente ostetrica, lo Spirito ci accompagna dalla vita intrauterina alla luce. Dalle fatiche del pellegrinaggio alla verità tutta intera. La verità ha un peso; lo dice Gesù. Non ci viene negata, bensì consegnata tanto quanto possiamo portarne. La rivelazione è opera d’amore, non vuole schiantarci ma darci vita. Gesù conosce la portata della nostra anima. Di fronte al Padre, il nostro sommo sacerdote parla di noi, e la Trinità al completo opera nel travaglio della storia, fino al giorno in cui Dio sarà tutto in tutti, quando nessuno potrà toglierci la nostra gioia.

 

Preghiamo

 

E io vivrò per lui, 
lo servirà la mia discendenza. 
Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 
annunzieranno la sua giustizia; 
al popolo che nascerà diranno: 

"Ecco l’opera del Signore!".                            

   (dal salmo 21)

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