Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32

 

«E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio».                     (Fil 1, 9-11)

 

Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: vedo tante opere buone nel nostro monastero. Marco, il giovane, porta il secchio pesante dell’acqua a padre Macario. Padre Parmenas non si stanca di insegnare il canto e le scritture ai novizi. Padre Rufo è infaticabile nel suo impegnativo servizio di cucina. E anche Macrina, la donna che si prende cura della nostra grande chiesa non si risparmia certo nella fatica. Ma la carità? E il discernimento? Quale pensiero e quale amore ci sono nelle nostre attività? E siamo certi che il Signore ci chieda proprio, sempre, solo quello che sappiamo fare? E se lui volesse esagerare nel regalare il suo amore, la mia piccola mente si aprirebbe alle sorprese dell’amore di Dio?  Anch’io prego per voi. E voi pregate per me. La nostra mente conosca sempre meglio la Carità che è Dio e il suo dono per noi.

 

Preghiamo

 

Tutte le genti da te create

verranno e ti adoreranno, Signore,

glorificando il tuo nome

poiché tu sei grande e compi prodigi,

tu sei l’unico Dio.

Rivelami, Signore la tua strada

e conoscerò la tua verità;

rendi puro il mio cuore e temerò il tuo nome.      

(dal Sal 85)

 

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