1Sam 31,1-13; Sal 49; Lc 10,38-42

 

«Marta aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Ella invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”». (Lc 10,39-42)

 

Luca ci consegna il messaggio della priorità dell’ascolto docile sull’agitato fare: quando Gesù bussa al nostro cuore non possiamo presentarci a Lui pieni di noi stessi, con l’autosufficienza del “so io cosa devo fare”, ma il nostro atteggiamento nei suoi confronti deve essere semmai quello del povero che si mette ai suoi piedi con le mani vuote, desiderose di essere colmate da Lui, riconosciuto nostra vera ricchezza.

Ma ci piace anche pensare che l’episodio lasci trasparire una volta di più che il Signore non fa preferenze di persone: non ama, non stima di più Maria della sorella. E per dimostrarle tutta la sua attenzione, la sua premura, ha anche per Marta una parola del tutto personale, che bonariamente la orienta di nuovo sulla giusta via.

 

Preghiamo col Salmo

 

Al malvagio Dio dice:

«Perché vai ripetendo i miei decreti

e hai sempre in bocca la mia alleanza,

tu che hai in odio la disciplina

e le mie parole ti getti alle spalle?

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