Gen 37,2a-b; 39,1-6b; Sal 118 (119),121-128; Pr 27,23-27b; Mc 8,27-33

 

Figlio mio, preoccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie, perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre. Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti. (Pr 27,23-25)

 

Il libro dei Proverbi, sempre così carico di indicazioni e suggerimenti, si spinge anche ad invitare a prendersi cura di ciò che è proprio, perché possa essere valorizzato in tutte le sue possibilità. Nessuna superficialità, nessuna avventatezza, nessuna presunzione: l’attenzione per le cose e per i doni posti nelle nostre mani è responsabilità da non evadere, perché ne va del futuro di sé, di altri, e del senso del proprio impegno. Non trascurare questa cura per i doni di Dio ci colloca in armonia con il creato, e con Dio stesso, e consente il continuo “ricrescere” dei segni di bellezza di questo mondo. La gratitudine chiede impegno e responsabilità, ogni giorno.

 

Preghiamo

 

Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,

perché il suo amore è per sempre.

Ci ha liberati dai nostri avversari,

perché il suo amore è per sempre.

Egli dà il cibo ad ogni vivente,

perché il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Dio del cielo,

perché il suo amore è per sempre.

(dal Salmo 136)

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