Ez 7,1-14; Sal 105 (106); Ml 2,4-9; Mt 12,38-42

 

«Allora alcuni scribi e i farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”». (Mt 12,38)

 

Gesù a questa generazione non darà altro segno che quello di Giona, cioè la risurrezione di Cristo. In questo brano ascoltiamo Gesù che si esprime con parole molto dure verso gli scribi e i farisei, giudicandoli una generazione malvagia e adultera.
Gli occhi degli scribi e dei farisei sono accecati, i loro cuo-ri sono chiusi alla buona novella che Gesù stesso porta. Gesù compie dei segni, ma loro non sanno leggerli perché la superbia, l’invidia, la gelosia impediscono di riconoscere in Gesù il Figlio mandato dal Padre, il Messia atteso.
Il Padre in Gesù ama ogni uomo, lo salva, lo guarisce, gli ridona speranza e vita.
Lasciamoci trasformare, nel più profondo del nostro essere, dalla Parola di Dio; saremo capaci di amare noi stessi, di amare Dio e i fratelli in verità e giustizia.

 

Preghiamo

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti,
e non verso il guadagno.
Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
(dal Sal 119)

 

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