Dn 7,9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1,1-12; Lc 3,23-38

 

«Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, … figlio di figlio di Adamo, figlio di Dio».          (Lc 3,23.38b)

                       

Il Vangelo di oggi può sembrare una noiosa e incomprensibile genealogia di Gesù, che parte da Adamo, primo uomo. Si tratta di un elenco di nomi, alcuni sconosciuti altri un po’ più noti, l’intento di Luca è quello di dimostrare ai lettori che Gesù realizza la condizione principale del Messia secondo le diverse profezie: provenire dalla discendenza di Dio, di Adamo, di Abramo e di Davide. Si sottolinea in questo modo la fedeltà della promessa e nello stesso tempo l’appartenenza di Cristo all’umanità e l’universalità della salvezza da lui portata nel mondo. Questo freddo elenco ci vuole indicare qualcosa di importante e di straordinario: Dio vuole far parte della storia degli uomini non quella degli eroi o degli imperatori, ma quella semplice e a volte fragile di un piccolo sparuto popolo di una terra sconosciuta. Dio riempie di salvezza la nostra piccola storia, quella di tutti i giorni, con la certezza che solo Gesù, con la sua venuta, dà una svolta nuova alla storia umana di tutti i tempi.

Preghiamo

La grandezza di Dio si è rivelata, la sua potenza è apparsa nella Vergine perché l’Eccelso volle nascere umile, mostrando nell’umiliazione la sua maestà.

 (antifona, liturgia ambrosiana)
 

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