Is 65,8-12; Sal 80; 1Cor 9,7-12; Mt 13,3b-23

 

Io farò uscire una discendenza da Giacobbe, / da Giuda un erede dei miei monti. / I miei eletti ne saranno i padroni / e i miei servi vi abiteranno. / Saron diventerà un pascolo di greggi, / la valle di Acor un recinto per armenti, / per il mio popolo che mi ricercherà. (Is 65)

 

Riferimenti agricoli ci presentano le letture di questo giorno per dire quanto il Signore cura i suoi figli, ma, allo stesso tempo ne conosce la debolezza e la tendenza a disperdere il bene ricevuto.

Il profeta Isaia ci disegna la potenza di Dio che traccia la storia umana e riconosce il bene dei suoi fedeli, e ne rispetta la libertà persino quando  scelgono vie altre rispetto a quella del bene. Ma nulla va distrutto, basta una goccia di succo nell’acino, o un piccolo seme nel ,perchè la benedizione di Dio sia alimentata e messa in luce.

E’ consolante vedere che la Parola di Dio, come il seme caduto nel buon terreno, porti molto frutto. Mentre ne resta impedita se la libertà umana la rifiuta o la lascia in disparte.

La conoscenza e l’introduzione ai misteri del Regno sono determinate dalla disponibilità del cuore di chi ha accolto la Parola e ne cerca ogni presenza nella vita e nella storia. Anche noi possiamo entrare nei misteri divini e prenderne parte, e farci discepoli della Parola nel nostro tempo.

 

Preghiamo col Salmo

 

«Ascolta, popolo mio:
“Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto”

 

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