Sir 44,1; 46,13a.19 – 47,1; Sal 4; Mc 4,1-20

 

 

Samuele, amato dal suo Signore,/ prima dell’ora del suo sonno eterno / attestò davanti al Signore e al suo unto:/ «Né denari né sandali/ ho preso da alcuno»,/ e nessuno poté contraddirlo. (Sir 46)

 

Il profeta  Samuele può vantare di non aver preso nulla per il suo servizio al Signore, ma ogni sua parola e atto sono stati connotati da generosità e dedizione. E questa è l’eredità di un grande testimone.

Così è la piena dedizione di Gesù al disegno salvifico di Dio verso l’umanità. L’atto redentore di Cristo, morto sulla croce e risorto, ci libera dal peccato e ci apre l’accesso a Dio: ci libera dal peccato e ci dà una vita nuova. Grazie all’azione dello Spirito Santo noi diventiamo figli di Dio.  Il seme della parabola è simbolo della Parola di Dio; i diversi terreni su cui cade il seme rappresentano le differenti disposizioni d’animo con cui accogliamo o meno la Parola. L’invito del vangelo è di essere attenti nell’ascolto, docili nella messa in pratica e impegnati a tradurre l’insegnamento in opere buone.

 

Preghiamo col Salmo

 

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;

il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e più non peccate,

nel silenzio, sul vostro letto,

esaminate il vostro cuore.

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